Fagiolo bala rossa feltrina o fasol balìn feltrino

Fagiolo bala rossa feltrina o fasol balìn feltrino è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto tipico della provincia di Belluno

Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.

Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Fagiolo bala rossa feltrina o fasol balìn feltrino

Territorio interessato alla produzione
L’area interessata a tale produzione comprende in particolare e con maggiore importanza i Comuni di Feltre,
Pedavena e Cesiomaggiore, situati in Provincia di Belluno. Discreta presenza si rileva in altri Comuni
limitrofi, quali Lentiai, Mel, poi Santa Giustina Bellunese, San Gregorio nelle Alpi e Sospirolo.

Descrizione sintetica del prodotto
Il Bala Rossa di Feltre, conosciuto anche anticamente con il nome di Fasol Balìn feltrino appartiene alla specie
Phaseolus vulgaris L. e alla tipologia dei “Borlotti”.
E’ una pianta annuale dal portamento rampicante, alquanto vigorosa, con un accrescimento indeterminato,
mediamente con 4 branche per pianta. Le foglie sono composte pennato-trifogliate, con foglia lanceolata largacuoriforme,
a margine intero, color verde intenso, porta fiori da 5 a 12 per infiorescenza racemosa, ascellare,
di colore rosa. Il baccello è mediamente curvato, lungo di circa 9-11 cm, mediamente più appiattito degli altri
agroecotipi locali simili, a maturazione presenta evidenti e diffuse screziatura di colore rosso vinoso su fondo
crema-marrone-verde. Ogni baccello contiene 4-5 semi. I semi sono mesospermi, con pesi da circa 0,7 g a 0,8
g., di forma sferico-globosa; il colore del fondo rosa del seme caratterizza in maniera evidente e spiccata
l’agro-ecotipo rispetto ad altre popolazioni locali, e presenta evidenti venature (screziature) di colore rosso
vinose. L’ilo è convesso, bianco aureolato di viola. Il seme presenta eccellenti “incrementi ponderali postimbibizione”
(109%) che ribadiscono l’indice di alta qualità nelle fasi di cottura, come elevati contenuti
aminoacidici superiori alla media di altre popolazioni locali di fagiolo a confronto.
Da un punto di vista sensoriale, spicca l’aspetto gustativo tipico dei Borlotti, ma con note particolarmente
decise e equilibrate, mentre l’aspetto tattile in bocca evidenzia una buccia molto sottile che si scioglie in
bocca.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Le tecniche di coltivazione del Fagiolo Bala Rossa ricalcano le metodiche tradizionali condotte nell’area
feltrino-bellunese, in cui questo tipo di coltura possiede storia ultracentenaria.
La moltiplicazione del seme avviene a livello familiare/aziendale attraverso tecniche di selezione massale,
seguendo criteri immutati nel tempo. La semina viene effettuata tradizionalmente nel mese di maggio, a file, in
postarelle dove vengono collocati 4 semi. Gli investimenti devono garantire in piena vegetazione, la massima
penetrazione di aria e luce.
Necessità di un adeguato sistema di tutoraggio da effettuarsi già dai primi stadi di
sviluppo della pianta. In generale si utilizzano tutori di varia natura, tradizionalmente rami di nocciolo, liberi o
preferibilmente bloccati alla loro estremità superiore con fili di ferro o plastica e/o alle estremità di filari o
ancora riuniti a due a due, tre o quattro (sistemi a capannina o piramide) che garantiscono stabilità.

E’ frequente, richiamando la tradizione, la consociazione con il mais. Per il controllo delle malerbe e per gli
effetti benefici sulla disponibilità idrica alle piante, sono praticate tra le file varie azioni di sarchiature e
rincalzatura. Le tecniche di coltivazione del Fagiolo Bala Rossa non prevedono normalmente alcun impiego di
prodotti chimici di sintesi.
La maturazione è scalare e inizia normalmente per il prodotto fresco, dal mese di agosto e prosegue nel caso
della raccolta del prodotto secco fino a metà ottobre. I fagioli freschi in baccello, quando presentano un colore
rosso intenso, vengono subito consumati previo sbacellamento o inviati tal quali alla vendita.

Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Il prodotto secco viene raccolto dalla pianta in condizioni di semi-essicazione avanzata, che viene poi conclusa
tradizionalmente con l’esposizione naturale al sole e all’aria, su appositi teli in stoffa o, come da antica
tradizione, distesi nei caratteristici teli di canapa detti což. Lo sbaccellamento del prodotto secco viene
eseguito a mano, o con semplici macchinari di antica tradizione denominati localmente “ventolon”.
La vendita avviene a prodotto sfuso, senza alcun trattamento post-raccolta; è d’obbligo solo la perfetta
essiccazione naturale del prodotto. Per la difesa dal coleottero parassita “tonchio” negli ultimi decenni è
consigliato un trattamento fisico a freddo in frigo congelatore a -18°C per almeno 3-4 giorni.

Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
Inoltre i fagioli Bala Rossa sono tradizionalmente essiccati al sole e successivamente conservati in sacchi che una
volta erano prevalentemente di canapa (canevo) o cotone e oggi sono spesso di juta. Oggi si sono diffusi anche
sistemi più attuali che utilizzano particolari vagliatori e piccoli essicatoi a aria calda.

Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
E’ uno degli esempi più interessanti dell’ampia serie di agro-ecotipi locali di
fagioli feltrini, che porta con sé un nome complesso e composto, attribuito dai contadini con libertà
interpretativa. Un tempo infatti, mancando delle conoscenze scientifiche di ordine botanico, genetico e
agronomico, i nomi venivano attribuiti in relazione a pratiche e situazioni diverse, quali una specifica
caratteristica del baccello, del seme, della località di provenienza o coltivazione o a riferimenti
etimologicamente non sempre o ancora chiari. Il Bala Rossa o Balìn di Feltre, in effetti richiama la forma
sferica a palla del seme, il colore rosso intenso delle screziature del seme e del baccello nonché la sua zona di
origine e diffusione. In tutto e per tutto un nome concreto e appagante per i contadini, ma anche efficace per
quello che oggi diremo “marketing”.