Il mais cinquantino bianco è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Mais cinquantino bianco.
Territorio interessato alla produzione
Regione Veneto.
Descrizione sintetica del prodotto
Il Cinquantino bianco chiamato anche thinquantin bianco o thinquantin perla è un mais a libera
impollinazione (Zea mays).
Caratteristiche morfologiche:
Intervallo emergenza inizio fioritura maschile: 50 gg
Intervallo emergenza inizio fioritura femminile: 52 gg
Ciclo vegetativo dall’emergenza fino a maturazione: 98 gg
N° semi per rango: 30,50 (media)
N° cariossidi per spiga: 341(media)
Colore tutolo: bianco
Tipo di seme: vitreo
Colore del seme: bianco avorio
Altezza media pianta: 160 cm
Altezza inserzione spiga: 88 cm
N° medio spighe per pianta: 1,2
Forma spiga: cilindrica/conica
Disposizione ranghi: regolare
N° medio ranghi per spiga: 11,20
Lunghezza spiga: 18,60 cm
Diametro medio spiga: 3,76 cm
Peso ettolitrico: 81,75.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Per il prodotto di primo raccolto l’epoca di semina inizia ai primi giorni del mese di aprile e termina verso gli
ultimi giorni del mese di maggio. Non è previsto l’utilizzo di diserbanti ma il controllo delle malerbe lo si
ottiene con due sarchiature ed eventuali zappature. La concimazione di copertura (azotatura) viene effettuata
con concimi organici. La raccolta del prodotto (a mano) inizia i primi giorni di agosto. Le spighe vengono
raccolte con umidità media del 30% di H2O. Non è consigliabile lasciare essiccare il mais sul campo per
evitare attacchi fungini (Aspergillus – Fusarium e Penicillium), causa esclusiva della formazione di
micotossine che renderebbero il mais non idoneo all’alimentazione umana. Le spighe raccolte vengono
esposte al sole almeno per una settimana, poi viene effettuata la sgranatura. La granella ottenuta viene
esposta al sole fino a contenere una quantità di umidità non superiore al 14% che permette una buona
conservabilità del prodotto. La granella, una volta essiccata, è consigliabile conservarla in contenitori non
eccessivamente grandi (massimo 100 kg). È necessario utilizzare solo contenitori costruiti con materiale
idoneo alla conservazione di derrate alimentari per uso umano.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione ed il condizionamento del
prodotto
I materiali e le attrezzature specifiche utilizzate per quanto sopra descritto sono:
– Griglie per essicazione
– Sgranatoi
– Buratti per la pulizia del prodotto.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
Il condizionamento del prodotto avviene in magazzini a norma secondo le disposizioni dell’ULSS.
La lavorazione finale (molitura) e il confezionamento avvengono in locali idonei seguendo le norme
igieniche vigenti.
La molitura viene effettuata con mulino a pietra.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
Per raccontare la storia del cinquantino Bianco Perla Precocissimo, bisogna risalire, in generale, alle
coltivazioni del mais.
Solitamente, la coltivazione dei mais cinquantini avveniva in successione al grano (II° raccolto): il prodotto
ottenuto veniva quasi esclusivamente utilizzato dai contadini per uso alimentare, sotto forma di polenta.
Nonostante la precocità, i mais cinquantini, dopo la semina in successione al grano, molto spesso non
riuscivano a completare la maturazione con tutte le implicazioni conseguenti: nell’anno 1872, l’Accademia
delle Scienze di Parigi sancì che la causa della pellagra fosse dovuta all’alimentazione a base di mais mal
conservati e ammuffiti. (Studi sulla pellagra di Filippo Lussana; Gazzetta Medica Italiana, province venete,
anno 1872).
Nonostante la presa di posizione del mondo scientifico (medici, agronomi) nei confronti della coltivazione
del mais, le semine, quindi per necessità alimentari, continuarono regolarmente.
Nell’anno 1937 furono completati gli studi che definirono i veri meccanismi, cause della pellagra.
Infatti, come emerge da un Censimento sulla coltivazione dei cinquantini nel Veneto e nel Friuli del 1939,
risulta la coltivazione di 74704 ettari di tale cereale. (“Atti del Convegno per la ripresa economico-agraria
delle Venezie”, Cap. “Direttive per le colture erbacee nelle Venezie”, Teatro La Fenice di Venezia, 14-17
aprile 1946).
Nello stesso documento, Cirillo Maliani riporta il dato agronomico dell’esistenza, in tale periodo storico,
della coltivazione di ben 41 cinquantini colorati e 9 bianchi.
In particolare, per ciò che riguarda la presenza del cinquantino nel nostro territorio, nel testo (“Il granoturco”
di Valentino Maniscalco, 1946, al capitolo “Granoturchi a semina primaverile ritardata”), si fa riferimento
alla presenza di: “……il bianco Perla di San Donà, poi il Bianco Perla Precoce Tagliamento da esso derivato, ed
infine altre analoghe fra le bianche….”.
Con l’avvento poi, dagli anni 50 del ‘900, della cosiddetta “rivoluzione verde” e, conseguentemente, con l’avvio
massiccio di semine di ibridi, vennero completamente marginalizzati tutti i mais a libera impollinazione, fino
a giungere, nella nostra regione, al dato attuale di soli 10 ettari coltivati di mais cinquantino.
Prevedendo allora che il cambiamento indotto dalla rivoluzione verde, avrebbe portato come conseguenza anche
alla perdita di una cospicua parte di biodiversità, l’Istituto Cerealicolo di Bergamo, nella persona del Dottor
Luigi Fenaroli, prelevò un numero considerevole di semi di varietà tradizionali di mais italiano a libera
impollinazione, per garantirne la sopravvivenza.
In questa operazione, venne poi prelevato anche un campione di mais cinquantino coltivato nel comune di
Vigonza (PD), denominato Bianco Perla Precocissimo, e registrato dall’Istituto di Bergamo nell’anno 1954,
con il Codice di Registrazione: VA08.
E qui, inizia quindi la nostra storia.
Nel 2017, l’agricoltore R.B. preleva poi dall’Istituto di Bergamo un’esigua quantità di semi di tale Cinquantino
Bianco Perla Precocissimo per tentarne il recupero.
L’interesse e la passione per la ripresa poi della coltivazione del mais cinquantino, da sfruttare in primo raccolto,
induce il Signor M.C., coltivatore della zona, a condividere allora con R.B. la prima semina di questo prezioso
cereale. L’anno successivo, a causa di imprevisti nella coltivazione, solo M.C. riesce a salvare una modesta
quantità di seme; per aumentarne la forza genetica, decide inoltre di coinvolgere nel suo progetto di recupero la
scuola, nello specifico, il Progetto Scolastico Interistituto “Ortinvista”, così da differenziare i luoghi di
coltivazione. Lo scorso 2019, il raccolto complessivo fornisce quindi una discreta quantità di seme (10kg), tale da
proseguirne con maggiore sicurezza il recupero.
Animato da tale successo, M.C., che da sempre partecipa in qualità di esperto in agricoltura alle attività
didattico-educative del Progetto, riserva poi alla scuola il compito di continuare il percorso di valorizzazione di
questo cereale, più rispondente alle esigenze agronomiche odierne, che quindi necessariamente devono confrontarsi
con le nuove emergenze ambientali.
Il Mais Cinquantino bianco chiamato anche thinquantin bianco o thinquantin perla è un mais a libera
impollinazione (Zea mays).