La Mela del medio Adige è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto
Categoria
Prodotto vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Mela del Medio Adige
Territorio interessato alla produzione
L’area di produzione si estende in direzione nord-sud quasi parallelamente all’attuale corso del fiume Adige,
comprendendo nella provincia di Padova i territori dei Comuni di Castelbaldo, Masi, poi Piacenza d’Adige,
Merlara, Urbana, Casale di Scordosia, quindi Montagnana, Vighizzolo d’Este; nella provincia di Verona il territorio
del Comune di Sanguinetto e in quella di Rovigo infine il Comune di Lendina.
Descrizione sintetica del prodotto
La mela ottenuta nella zona, di sviluppo e colorazione tipici quindi della varietà coltivata, grazie alle condizioni
pedo-climatiche locali, presenta poi una polpa turgida, carnosa, bianca, particolarmente gradita ai consumatori.
La buccia, dai colori più tenui, presenta inoltre una rugginosità più accentuata nelle Golden Delicius che non
pregiudica l’aspetto generale del frutto ma lo differenzia anche da quello prodotto in altre zone e per questo è molto
apprezzata sui mercati dell’Italia Centro-Meridionale. In realtà, tale rugginosità, ostacolando poi la traspirazione
dei frutti, fa sì che la polpa si mantenga quindi croccante più a lungo soprattutto nel caso in cui la mela venga
conservata.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Le forme di allevamento a palspindel e a fusetto e i sesti d’impianto definiti dall’Associazione, date le
caratteristiche pedoclimatiche della zona e considerando le varietà, sono risultati gli unici in grado di
assicurare una produttività costante e l’ottenimento di frutta di qualità.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Vengono inoltre utilizzati la Soluzione di Lugol (o test dello iodio) e viene misurata la durezza della polpa per
determinare poi l’epoca di raccolta.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
La conservazione è quindi fatta in celle frigorifere in atmosfera normale o controllata, in funzione della varietà
della mela.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
Notizie riguardo al primo tentativo di introdurre la coltivazione del melo nella zona risalgono ai primi del
‘900 quando un certo Clemente De Togni, che aveva frequentato dei corsi di frutticoltura in Svizzera, dopo
aver fatto controllare da esperti la qualità del terreno, iniziò nel Castelbadese la coltivazione delle mele della
qualità detta “la bella del parco di Beldford”, oggi chiamata semplicemente “Beldford”.
Alla fine del secondo conflitto, dopo anni di crisi in favore delle colture cerealicole, si registra una concreta
ripresa nella coltivazione della pomacea quando oltre alla Belford vengono introdotte altre varietà come la
Morgenduft, la Delicious e la Jonathan tanto che il comune di Castelbaldo si guadagnò l’appellativo di “il
paese delle mele”.
La mela ottenuta nella zona, di sviluppo e colorazione tipici della varietà coltivata, grazie alle condizioni
pedo-climatiche locali, presenta una polpa turgida, carnosa, bianca, particolarmente gradita ai consumatori.
La buccia, dai colori più tenui, presenta una rugginosità più accentuata nelle Golden Delicius che non
pregiudica l’aspetto generale del frutto ma lo differenzia da quello prodotto in altre zone e per questo è molto
apprezzata sui mercati dell’Italia Centro-Meridionale. In realtà, tale rugginosità, ostacolando la traspirazione
dei frutti, fa sì che la polpa si mantenga croccante più a lungo soprattutto nel caso in cui la mela venga
conservata.