Nettarina di Verona

La nettarina di Verona è un delizioso prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto 

Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.

Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Nettarina di Verona.

Territorio interessato alla produzione
La zona di produzione della “Nettarina di Verona” comprende l’intero territorio dei comuni di Bussolengo,
Castel d’Azzano, poi Mozzecane, Pastrengo, Pescantina, S. Giovanni Lupatoto, Sommacampagna, Sona, Valeggio
sul Mincio, Villafranca di Verona, Povegliano, Vigasio, quindi Isola della Scala, Oppeano, Palù, Ronco all’Adige,
Bovolone, Isola Rizza, Roverchiara, Albaredo d’Adige, poi Bonavigo, Angiari, Minerbe, Boschi S. Anna,
Bevilacqua e Terrazzo e parte dei comuni di Castelnuovo del Garda, Lazise, S. Ambrogio di Valpolicella, S.
Pietro Incariano, anche S. Martino Buonalbergo, Verona, Zevio e infine Legnago.

Descrizione sintetica del prodotto
La denominazione “Nettarina di Verona” è riservata ai frutti a polpa bianca e a polpa gialla delle cultivar a
maturazione precoce, quindi media e tardiva appartenenti alla specie Persica laevis, DC.
La “Nettarina di Verona” si distingue poi per:

il colore dell’epidermide dei frutti, più intenso e brillante infatti rispetto a quello che contraddistingue di norma
ciascuna cultivar;
la polpa consistente, succosa, di sapore caratteristico, con un residuo secco rifrattometrico minimo pari a
9.5° Brix per le cultivar precoci, a 10.0° Brix per le cultivar a media maturazione e 10.5° Brix per le
cultivar tardive.

Il calibro minimo dei frutti, per le cultivar precoci, è pari a 61 mm e, per le cultivar medie e tardive, a 67 mm.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Normali metodi di produzione, raccolta a conservazione della frutta

Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Vengono utilizzati normali attrezzature aziendali per la frutticoltura

Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
Locali aziendali, magazzini, celle frigorifere per la frutta

Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
La coltura della nettarina, associata nel territorio veronese a quella delle pesche, anche se ha avuto sviluppo
intenso e importante solo a partire dall’inizio degli anni ’70, in seguito all’introduzione di nuove cultivar a
frutto grosso selezionate negli USA, è documentata fin dal XVIII secolo. Alla fine del ‘700 Benedetto del
Bene, in uno dei suoi diari conservati nell’Archivio di Stato di Verona, annota la propagazione di pesche noci
nel suo “brolo” di Verona. La diffusa presenza di pesche noci nei pescheti veronesi è più tardi confermata
negli “Atti della Giunta per l’Inchiesta Agraria” del 1882, coordinati da S. Iacini, dove viene indicata la
cultivar detta “della Regina” come la più importante delle pesche noci della seconda metà del XIX secolo.

La zona di produzione della “Nettarina di Verona” comprende l’intero territorio dei comuni di Bussolengo,
Castel d’Azzano, Mozzecane, Pastrengo, Pescantina, S. Giovanni Lupatoto, Sommacampagna, Sona, Valeggio
sul Mincio, Villafranca di Verona, Povegliano, Vigasio, Isola della Scala, Oppeano, Palù, Ronco all’Adige,
Bovolone, Isola Rizza, Roverchiara, Albaredo d’Adige, Bonavigo, Angiari, Minerbe, Boschi S. Anna,
Bevilacqua e Terrazzo e parte dei comuni di Castelnuovo del Garda, Lazise, S. Ambrogio di Valpolicella, S.
Pietro Incariano, S. Martino Buonalbergo, Verona, Zevio e Legnago.