Il Pan de le feste è un prodotto agroalimentare tradizionale P.A.T della regione Veneto tipico della provincia di Belluno
Categoria
Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Pan de le feste
Territorio interessato alla produzione
Valbelluna, Alpago, Belluno
Descrizione sintetica del prodotto
Per ogni Kg di farina di frumento: farina di sorgo 500 g, poi burro 100 g, quindi zucchero 100 g, lievito 50 g, sale q.b.,
liquore q.b., buccia di limone grattugiata q.b., noci, nocciole e poi infine fichi secchi a pezzetti g 300 (in proporzione
eguale). La forma del pan delle feste può quindi essere diversa: Per Natale assomiglia perciò alla focaccia ma a capodanno
e all’epifania invece può essere confezionato anche in forma di ciambellone.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Si bagna la farina gialla con acqua bollente aggiungendo poi un pizzico di sale e lasciando raffreddare (oppure si
fa una polentina cuocendola per pochi minuti). Si impasta con farina bianca, burro sciolto, levà, zucchero e
uova, scorza grattugiata del limone ed un bicchierino, se si vuole, di liquore e frutta secca. Si pone a riposare
il pane in luogo tiepido per 3-4 ore coperto. Si riduce nelle forme volute e si inforna a temperatura sostenuta,
magari pennellando con della chiara d’uovo e spolverando di zucchero. Si cuoce in forno come fosse pane.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
I materiali utilizzati e le attrezzature, sono tutte in acciaio inox.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
I locali sono quindi quelli tipici della panetteria conformi alla normativa del settore.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
Questo pane era inoltre tipico delle feste invernali (Natale, Epifania, Carnevale) come prodotto rustico e casereccio.
Esso consentiva perciò di sfruttare i prodotti tipici della zona come il granoturco, le noci, le nocciole e i fichi
secchi, che lo rendono oltremodo sostanzioso e gustoso.
Il primo documento in cui il pane in oggetto sembra citato è addirittura cinquecentesco e si riferisce ad una
poesia del Notaio bellunese Bartolomeo Cavassico. Nella sua Oda XXV, dal verso 77 al verso 92 così si
legge “… No magne pan con fighe,/ no me sa bon el dolz,/ e teme zir descolz/ e senza braghe/ No me sa bon
pi fraghe/ me sa bon casunciei/ e pan dur cun turtiei e cun la iada …”
pane tipico delle feste invernali (Natale, Epifania, Carnevale) come prodotto rustico e casereccio.
Esso consentiva di sfruttare i prodotti tipici della zona come il granoturco, le noci, le nocciole e i fichi
secchi, che lo rendono oltremodo sostanzioso e gustoso.