La patata di Posina è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto tipico della provincia di Vicenza
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Patata di Posina
Territorio interessato alla produzione
Comuni di Posina, Laghi, Arsiero, poi Tonezza ed in generale tutto il territorio ricompreso nella Valle del Posina
(VI).
Descrizione sintetica del prodotto
Tuberi dalla buccia bianca o rossa (prevalentemente bianca), che sono commercializzati direttamente dai
produttori in sacchetti di diverso peso o in cassette.
Le varietà impiegate sono per la maggior parte la Bintje, la Desirèe e la Kennebek mentre una piccola
percentuale è di Spunta, Lisetta e Primura. Tutte le varietà impiegate sono poi a pasta bianca o giallo-chiara.
Il seme per la riproduzione è quindi acquistato o riprodotto direttamente in azienda. Si tratta di una produzione
di nicchia realizzata in modo tradizionale da piccoli coltivatori.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
La patata è dunque coltivata in terreni di montagna, ad una altezza variabile da mt. 400 a mt. 1.000.
Il terreno della zona è sabbioso, con ciottolato piccolo e friabile. La tipologia del terreno di montagna ed il
microclima locale favoriscono la produzione di amido e quindi di sostanza secca migliorando così la consistenza
della pasta e favorendo la conservabilità della patata. Quindi, seppur le quantità di produzione per pianta sono
inferiori rispetto alle coltivazioni di pianura, le patate che ne risultano sono quindi più sode e migliori dal punto di
vista organolettico.
Sono scelti quindi quei piccoli fazzoletti di terra meno ghiaiosi. Si preparano in autunno, arando, concimando e
fresando. Si attuano poi concimazioni molto basse, in genere con letame bovino o equino maturo.
Tradizionalmente le patate si piantano nella zona intorno al 25 Aprile. Si dispongono l’una dall’altra a circa 35
cm, in file distanti 50-60 cm (se la lavorazione è manuale). Durante l’estate vengono diserbate e rincalzate,
mentre, per quanto riguarda l’irrigazione, l’escursione termica giornaliera tipica della vallata e la conseguente
umidità fa sì che si debbano abbeverare molto raramente. I trattamenti fitosanitari sono molto ridotti (dorifora
ed altri afidi sono rari) o, in alcune coltivazioni, del tutto assenti, data la mancanza, nelle vicinanze, di colture
intensive. Le lavorazioni e la raccolta sono per lo più manuali. Le patate precoci sono pronte a metà settembre
mentre le medio-tardive, la maggioranza, a metà ottobre.
La conservazione del prodotto avviene in cantine adatte, fresche e buie. La temperatura deve aggirarsi intorno
ai 6°C e l’umidità tale da non far marcire il prodotto e, parallelamente, da non farlo raggrinzire. Le patate
vengono conservate in cassette oppure in cumuli. In caso di germogliatura in primavera si passano.
Il confezionamento e la pesatura sono eseguite manualmente.
Nella vallata si perpetua la tradizione del trasformato: tipici sono gli gnocchi di Posina generalmente conditi
con burro fuso e ricotta affumicata.
Si annovera anche la tradizione della polenta di patate di Posina, la classica polenta impatatà. Per prepararla
si cucinano le patate e si schiacciano nell’acqua di cottura aggiungendovi un po’ d’olio. Quindi si versa la
farina di mais e si cuoce normalmente per 40 minuti per fare la polenta; quando questa è quasi pronta si
aggiungono pezzettini di formaggio fresco (di primo sale). Si può consumare morbida al cucchiaio o, meglio
ancora, abbrustolita.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
La scelta dei tuberi da commercializzare viene eseguita a mano. La pesatura delle confezioni, sacchi di rete o
iuta, si svolge con bascula aziendale.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
L’ammasso delle patate viene effettuato in cantine o locali aziendali, spesso interrati, adatti alla
conservazione del prodotto, opportunamente oscurati, aerati o chiusi per mantenere la temperatura adatta alla
conservazione. Questa deve aggirarsi intorno ai 6°C e l’umidità tale da non far marcire il prodotto e, dall’altra
parte, da non farlo raggrinzire.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
La tradizione e la fama delle patate di Posina va di pari passo con quella dei fagioli della vallata. Si tratta di
produzioni sviluppatesi dove le condizioni di scarsità di terreno e di profondità dello stesso consentivano
pochissime colture per la sopravvivenza delle comunità locali.
La coltivazione della patata di Posina è annoverata in una pubblicazione del 1885 (estratto dell’Ateneo Veneto
del dott. Pasqualigo) tra le produzioni oggetto di commercio con le vallate di Terragnolo. Inoltre è citata, nel
1962, da Eugenio Candiago nel suo libro sulla gastronomia vicentina (“Particolarmente pregiate le patate
della Val di Posina per il loro gusto”). Si dice che negli anni ’30 la patata ed il fagiolo di Posina fossero
quotati in borsa merci.
Tuberi dalla buccia bianca o rossa (prevalentemente bianca), che vengono commercializzati direttamente dai
produttori in sacchetti di diverso peso o in cassette.