Le Pere del veronese sono un prodotto agroalimentare tradizionale italiano P.A.T. della regione Veneto
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Pere del veronese.
Territorio interessato alla produzione
La zona di produzione delle Pere del veronese comprende inoltre l’intero territorio dei comuni di Verona, Zevio,
Palù, Belfiore d’Adige, Ronco all’Adige, Albaredo d’Adige, Bonavigo, Minerbe, Bevilacqua, Boschi
Sant’Anna, Terrazzo, Legnago, Roverchiara, Oppeano, Angiari.
Descrizione sintetica del prodotto
La denominazione Pere del veronese è riservata quindi alle pere appartenenti alla specie Pyrus communis, dei
seguenti gruppi di cultivar Kaiser Alexander, William, Conference, Abate Fétel, Decana del Comizio, William
Rosso, Passa Crassana, Dr. Jules Guyot.
I frutti si distinguono per elevata croccantezza, aroma delicato, ottimo equilibrio gustativo.
I frutti devono presentare la forma, lo sviluppo e la colorazione tipici della varietà e conservare il peduncolo
intatto.
I frutti devono essere privi di qualsiasi difetto, sono tollerate leggere alterazioni dell’epidermide, purché non
pregiudichino la qualità e l’aspetto generale del prodotto, nonché la presentazione del collo.
Il calibro dei frutti non deve essere inferiore ai 55 mm.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Vengono utilizzati normali metodi di produzione, raccolta e conservazione della frutta.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Vengono utilizzate normali attrezzature aziendali per la frutticoltura.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
Locali aziendali, magazzini, celle frigorifere per la frutta.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
La presenza di piante di pero è ampiamente riportata nella “Monografia della provincia di Verona” del Regio
Prefetto conte Luigi Sormano Moretti (Firenze 1904) in cui si fa un’ampia disamina delle varietà coltivate in
quel periodo, sottolineando il carattere promiscuo della coltivazione. La “Relazione economico statistica sulla
provincia di Verona” (1931) richiama l’attenzione su questa produzione. Subito dopo la Seconda guerra
mondiale, nel 1947, la situazione degli impianti di pero nel veronese era limitata senz’altro a 258 ettari a coltura
specializzata, con una produzione di 23.940 quintali e 790 ettari a coltura promiscua, con una produzione di
55.240 quintali. Dieci anni dopo, 1956, la coltura specializzata saliva a 252 ettari e quella promiscua a 1.040
(Bargioni G. Istituto di Frutticoltura di Verona, 1959).
“E’ interessante poi far notare che la coltura promiscua di pero nel veronese era costituita da impianti con filari
regolari, più o meno distanziati in modo da poter effettuare fra essi, abbastanza agevolmente, anche
coltivazioni erbacee. S’otteneva così una coltivazione non specializzata, ma che pur rappresentava
un’importante coltura per l’azienda. La ripartizione in base all’epoca di maturazione vede pertanto, nel
1968, il 25% degli alberi appartenere quindi alle cultivar precoci, il 27% a quelle estive, il 33% a quelle autunnali,
mentre le cultivar invernali rappresentano il 15% circa.” (25 Anni di agricoltura veronese 1946- 1970 –
Associazione provinciale dottori in scienze agrarie- Verona 21 novembre 1971) “Il pero occupa a Verona infatti il
terzo posto fra le specie da frutto, …il pero nel Veronese non ha mai avuto una diffusione particolarmente
ampia; pur avendo cominciato la sua evoluzione agli inizi degli anni Cinquanta….Giunta a poco più di 3.000
ettari d’investimento nel 1970, con una produzione vicina alle 70.000tonellate, anche la pericoltura ha
dovuto ridimensionarsi a seguito della crisi di super produzione che colpì questa coltura nella prima metà
degli anni Settanta; oggi essa risulta ad una superficie che supera di poco 1.350 ettari, ed una produzione
oscillante intorno alle 35.000 tonnellate.” (“L’agricoltura veronese un settore dinamico verso il futuro”
C.C.I.A.A. e Banca Popolare di Verona – Verona 1988). Il tre dicembre 1993, a Verona, si è tenuto,
promosso dalla locale Camera di Commercio, con il patrocinio della Società Orticola Italiana, un Convegno
nazionale su “La coltura del pero per una produzione integrata”. La superficie investita a pero nel veronese è quindi
di ettari 6.265 con una produzione di 2.486.250 quintali (“Relazione sulla situazione economica del Veneto
nel 1999”, Unioncamere).
I frutti si distinguono per elevata croccantezza, aroma delicato, ottimo equilibrio gustativo.
I frutti devono presentare la forma, lo sviluppo e la colorazione tipici della varietà e conservare il peduncolo
intatto.