Il pero misso è un prodotto agroalimentare tradizionale italiano (P.A.T.) della Regione Veneto tipico della provincia di Verona
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Pero misso.
Territorio interessato alla produzione
Provincia di Verona, territorio compreso tra l’alta Valpolicella e la Lessinia (Comuni di Sant’Anna
d’Alfaedo, Marano di Valpolicella e Fumane).
Descrizione sintetica del prodotto
Il Pero misso detto anche missaòr, mesaòr, misso della Lessinia è un albero ad alto fusto di un’antica varietà
di cui esistono circa 200 esemplari, alcuni dei quali plurisecolari, tipico della montagna veronese nella fascia
intorno ai 650 mt s.l.m. Produce frutti medio-piccoli che, al momento della raccolta, sono caratterizzati da
buccia verde, polpa granulosa e bianca.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
L’alto fusto della pianta, e la conseguente altezza dal suolo del frutto, prevengono naturalmente l’attacco da
parte di funghi e parassiti. Inoltre non sono previsti interventi di controllo di erbe infestanti e l’impiego di
composti chimici in nessuna fase della lavorazione. La pera viene raccolta a inizio ottobre con la buccia
ancora verde e fatta riposare in cassetta circa un mese fino a che diventa matura con la buccia marrone e la
consistenza della polpa morbida. Il termine “misso” in dialetto veronese indica un frutto sovra-maturo. La
pera fresca può conservarsi per circa un mese ma è usata anche per lavorati che ne permettono la
degustazione per tutto il tempo dell’anno (esempio la confettura).
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione ed il condizionamento del
prodotto
La pera è raccolta a mano dagli alberi con l’utilizzo di piattaforme aeree vista la fragilità del legno e l’altezza
dal suolo.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
La pera è conservata dalla raccolta alla maturazione e fino alla consumazione fresca in luoghi asciutti e bui.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
Nella Tesi di Laurea di Filippo Gioco “Paesaggi, visioni e consumi alimentari locali. Il presidio del pero
misso nell’Alta Valpolicella” Facoltà di Lettere e Filosofia, poi Corso di Laurea Magistrale in antropologia
culturale, etnologia, etnolinguistica, si legge che questa varietà di pero è quindi citata su La Pomana Italiana, un
compendio di immagini e descrizioni di alberi da frutto realizzata dall’agronomo Giorgio Gallesio tra il 1817
e il 1839, come pure nell’Inchiesta sulle condizioni delle classi rurali del Regno relazionata nel 1884 da
Stefano Jacini. Nel Libro “I Sogni” di Berto Barbarani del 1922, poi nella poesia dal titolo “La Golosa”, nella
quinta strofa si trovano nominati i peri missi. Come pure nel libro “Atti e memorie della Accademia di
Agricoltura, quindi Scienze e Lettere di Verona” anni accademici 1944-1945 1945-1946 si trova il Pero Missaor
con riferimento alla presenza dello stesso tra le varietà di pere coltivate a Verona nel 1885. Le ultime due
fonti, inoltre di cui si allegano le immagini, sono state poi reperite presso la Biblioteca Civica di Verona.
Il prodotto è reperibile presso le aziende produttrici, i mercati locali o degustabile come lavorato nei
ristoranti e nelle feste di paese del territorio veronese.
Il Pero misso detto anche missaòr, mesaòr, misso della Lessinia è un albero ad alto fusto di un’antica varietà
di cui esistono circa 200 esemplari, alcuni dei quali plurisecolari, tipico della montagna veronese nella fascia
intorno ai 650 mt s.l.m. Produce frutti medio-piccoli che, al momento della raccolta, sono caratterizzati da
buccia verde, polpa granulosa e bianca.