Pisello verdone nano di Colognola ai Colli
Categoria
Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati.
Nome del prodotto, compresi sinonimi e termini dialettali
Pisello verdone nano di Colognola ai Colli.
Territorio interessato alla produzione
Comune di Colognola ai Colli (VR).
Descrizione sintetica del prodotto
Il Pisello verdone nano di Colognola ai Colliè una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Leguminose, al genere pisum e alla specie Pisum satuvum L. La pianta si presenta con il fusto o stelo, piuttosto grosso nella taglia nana e con portamento a zig-zag, non
presenta ramificazioni fertili. Le foglie sono ovali e tronche all’apice, di color verde bluastro poco intenso.
L’apparato radicale presenta uno sviluppo medio, tendenzialmente superficiale, ricco di tubercoli, prodotti dal
Rhizobium leguminosarum di cui è nota la capacità di fissare l’azoto atmosferico, contribuendo così
all’arricchimento del terreno di questo elemento importantissimo.
I fiori sono generalmente due per nodo, ma a volte se ne trova uno solo; la loro fecondazione nei nostri climi
è autogena, ossia dovuta ad autofecondazione prima della schiusura degli stessi.
Il frutto è un baccello di lunghezza media, di colore verde intenso con apice leggermente appuntito e porta 8-
9 semi ciascuno. Il seme è di forma rotondeggiante, di colore verde intenso, con la superficie blandamente
rugosa e di media grandezza.
La maturazione del Verdone Nano di Colognola ai Colli è precoce e destinata prevalentemente al consumo
fresco, pur essendo molto adatto anche alla surgelazione.
Il Verdone Nano di Colognola ai Colli è una pianta con poche esigenze dal punto di vista pedoclimatico. Le
temperature ideali per lo sviluppo sono tra i 13° e i 18° C.
A temperatura inferiore il Pisello verdone nano di Colognola ai Colli rallenta la vegetazione fino a interromperla verso gli 0°C. Oltre i 25°C invece, a causa dello sviluppo eccessivamente rapido, si può determinare una maturazione difettosa e un
peggioramento della qualità merceologica e organolettica del prodotto.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Pur prediligendo terreni di medio impasto e ben drenati è una cultivar dotata di un’ottima rusticità e
adattabilità; cresce e produce anche in terreni più difficili con disponibilità idrica relativamente scarsa. Va
prestata attenzione, piuttosto, all’eccesso di umidità e ai ristagni idrici che in questi terreni possono
determinare scarsa germinabilità dei semi, l’insorgenza di marciumi e malattie che possono compromettere le
produzioni.
Il clima di Colognola ai Colli è molto favorevole a questa coltura, sia per la felice esposizione della collina
verso sud, sia per l’altitudine (di poco inferiore ai 200 mt) che da un lato evita la stagnazione di umidità nel
terreno e dall’altra tiene la coltura al riparo dall’umidità delle nebbie o da ritorni di freddo tardivi, tipici della
primavera.
Il Verdone Nano di Colognola ai Colli è una cultivar molto rustica che trova in questi areali condizioni
ottimali per crescere e produrre. Trae beneficio da una concimazione organica (meglio se fatta con letame
maturo) distribuita qualche mese prima della semina oppure alla coltura precedente.
La necessità di concimazioni è pertanto molto ridotta, se non nulla, e questo a vantaggio di un prodotto finale
che trova la sua massima espressione di genuinità e rispetto per l’ambiente.
Essendo una cultivar dall’apparato radicale non molto profondo è sufficiente lavorare il terreno per una
profondità di 10 – 15 cm.
E’ opportuno che la parte superficiale sia bene sminuzzata in modo da favorire il pronto attecchimento delle
giovani radici al momento della germinazione.
L’epoca di semina negli areali di Colognola ai Colli è abbastanza lunga e va da novembre a marzo. Le semine
precoci si consigliano nelle zone collinari, dove la docilità del clima, dovuta al riparo naturale delle colline
dagli intensi freddi, permette alla pianta di germogliare molto precocemente, superare agevolmente l’inverno
e maturare già da aprile; nelle zone di pianura la semina può essere eseguita nello stesso periodo ma in caso
di semine novembrine se ne consiglia la copertura con teli (tipo “velo da sposa”).
La semina si esegue a file distanti 50 cm nell’interfila, (a distanza di qualche cm nella fila), ma può essere
maggiore nei terreni di pianura dotati di buona fertilità (dove si avranno piante più vigorose e quindi con
maggiori esigenze di spazio), o inferiore in terreni più poveri e marginali. La profondità ideale di semina è di
2-3 cm.
La cultivar Verdone Nano di Colognola ai Colli non ha particolari esigenze colturali e quindi è sufficiente
una zappatura da eseguire poco prima della copertura (quando le piante hanno un’altezza intorno ai 10 cm) e
una leggera rincalzatura da eseguire nello stesso periodo per favorire una migliore radicazione. Con queste
operazioni si eliminano le infestanti e si favorisce un buon arieggiamento del terreno.
Buona tecnica (ma non indispensabile) è inserire nella fila dei rametti o arbusti che fungono da tutori per le
piante; in questo modo si ottiene una maturazione più omogenea e la raccolta ne è agevolata. Dal punto di
vista idrico il pisello Verdone Nano di Colognola è poco esigente e spesso non si rende necessaria
l’irrigazione perché le piogge primaverili garantiscono un apporto idrico più che sufficiente.
In alcune annate siccitose qualche irrigazione di soccorso può tuttavia essere necessaria; è bene non apportare
grossi quantitativi di acqua preferendo irrigazioni più modeste ma a intervalli brevi. E’ da rilevare che il
pisello è in grado di produrre comunque anche in condizioni di gravi stress idrici. In condizioni di carenza
idrica viene compromessa parte della produzione ma non la qualità.
Indicare materiali ed attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione e il condizionamento del
prodotto
Il prodotto viene confezionato dai produttori in cassette di cartone identificative del prodotto stesso.
Descrizione dei locali di lavorazione, conservazione e stagionatura
Il prodotto non viene lavorato, conservato o stagionato, ma venduto fresco direttamente dai produttori in
azienda, nei mercati e nei supermercati locali.
Indicare gli elementi che comprovino che le metodiche siano state praticate in maniera omogenea e
secondo regole tradizionali per un periodo non inferiore ai 25 anni
Le origini del Pisello verdone nano di Colognola ai Colli sono molto antiche, se ne trova traccia già 6.000 anni fa in Asia minore e veniva comunemente usato dagli Etruschi. L’esame di resti paleobotanici nell’Etruria Padana ha portato
all’individuazione di molti semi di leguminose (fave e piselli), assai più abbondanti dei cereali (orzo e grano).
Lo conoscevano bene anche i Greci e i Romani (biso deriva dal pisum romano), ma grande sviluppo il pisello
lo ebbe nel Medioevo, periodo che segna una fondamentale rottura con la tradizione agricola romana che
privilegiava il frumento come prodotto di pregio destinato ai mercati urbani.
Da noi, la diffusione dei bisi, la si deve ai monaci Benedettini (X e XI secolo); del resto, la funzione di questi
ordini monastici nell’attività agricola ed “officinale” è risaputa. Non fosse stato per loro, difficilmente
sarebbero sopravvissute alcune specie di erbe o di piante (vale certamente per gli asparagi).
È di grande importanza per i nostri Bisi il 25 aprile, giorno di S.Marco, patrono di Venezia e della
Serenissima Repubblica. Infatti il Doge, rappresentante la maestà dell’antichissima repubblica, raccoglieva
intorno a sé in quel fausto giorno i procuratori di San Marco, i patrizi del Maggior Consiglio, gli uomini
d’arme, amministratori dello Stato, le personalità delle ambasciate straniere, in un convito a Palazzo Ducale,
nella fastosa Sala dei Banchetti, addobbata per la circostanza. Un rito solenne, un pranzo onorato da cibi
ricercati e vini sopraffini, ma anche da una certa semplicità in quanto il banchetto si imperniava sulla
tradizionale minestra veneziana “Risi e Bisi”. “Ogni riso un biso” dice il detto popolare, ed allora bisognava
trovare, all’inizio della primavera una quantità importante di piselli, e quando non la si trovava nelle colline
venete dove il tiepido clima collinare ed il sole primaverile riusciva a farli maturare, si organizzava
un’apposita spedizione con cariaggi in Liguria, a San Cipriano, sulle alture di Genova, ad Albenga o a San
Remo. Possiamo quindi arguire che la coltura dei piselli nelle colline venete affondi le sue radici da ben
prima della Repubblica di Venezia.
I Bisi de Colognola dagli anni 50 ad oggi
L’attuale paesaggio delle colline, si è modificato radicalmente rispetto al periodo ante guerra, dove la vite
costituiva giusto un contorno ai campi coltivati a seminativo. Per il commercio dei piselli, tra il 1950 e il
1951 al Monte di Colognola ai Colli era nato un vero e proprio mercato, dove gli agricoltori si radunavano
con i loro carretti trainati da asini e cavalli per vendere i piselli raccolti in loco. Pochi anni dopo, nel 1957, è
stata fondata la SAGRA DEI BISI, che compie ormai sessant’anni. Non manca naturalmente il piatto tipico
locale a base di piselli, le “Paparele coi Bisi” che nel periodo di produzione si può degustare durante la Sagra
dei Bisi e nei ristoranti del paese. Negli anni ottanta la produzione di piselli è andata progressivamente
riducendosi, soppiantata dalla vite, che in questi ultimi decenni ha occupato la quasi totalità delle superfici
agrarie. Si stava rischiando la completa scomparsa se non fosse stata portata avanti da pochi agricoltori e
favorita nell’ultimo decennio dall’Amministrazione Comunale che ha distribuito gratuitamente significative
quantità di seme per incentivarne la reintroduzione.
Grazie alla considerevole opera di promozione attuata in questi ultimi anni, si è tornata ad ampliare la
produzione e anche la Sagra ha conosciuto una notevole espansione tanto che nel 2012 si è reso necessario
cambiare location e trasferirla dal Monte al Piano, in Villa Aquadevita. In questi ultimi anni abbiamo
superato i ventimila piatti a base di Bisi somministrati a visitatori che provengono da tutta la provincia ed
oltre.
Come già detto, tra gli anni 80 e 90 la produzione del Pisello verdone nano di Colognola ai Colli si era ridotta a livelli che facevano pensare ad un definitivo abbandono. Negli ultimi anni, invece, grazie alla promozione attuata dall’Amministrazione Comunale e ad un
ritrovato entusiasmo da parte dei produttori, il quantitativo è ritornato su livelli soddisfacenti e ci sono le
premesse anche per un’ulteriore espansione. L’attuale produzione viene stimata in circa 400 q.li di prodotto
fresco ed è realizzata da oltre una ventina di produttori.
Il Verdone Nano di Colognola ai Colli è una cultivar molto rustica che trova in questi areali condizioni
ottimali per crescere e produrre.